Cronache della Terra – Episodio 5

Isabella trascorse un mese ospite della famiglia Tiziano. Un mese durante il quale ebbe occasione di fare la conoscenza della signora e del signor Tiziano, due persone squisite.
Con madame Isabella conversava di libri e di tutte le frivolezze che piacciono alle donne.
Con monsieur conversava di scienze, tecnologia, Alchimia, astronomia e di tutte quelle stravaganze di cui parlano tra loro gli studiosi; spesso veniva invitata in laboratorio per osservare l’Alchimista al lavoro, o per svolgere piccoli compiti da apprendista.
Giovanni collaborò con grande solerzia all’istruzione di Isabella.
Alice le insegnò l’inglese. Isabella scoprì di avere una certa predisposizione per le lingue straniere e dopo due settimane era già in grado di leggere e scrivere. Dopo tre settimane conversava già con Alice e con madame Lucrezia, anche se con qualche incertezza.
Alice le impartì anche un po’ di francese, ma Isabella dimostrò una marcata preferenza per l’inglese.
Alberto e monsieur Giovanni si alternavano nel darle lezioni di Alchimia, che non erano vere e proprie lezioni, quanto uno scambio di opinioni e procedimenti, dal momento che l’Alchimia di Isabella aveva formule e procedimenti differenti da quella praticata da Alberto e suo padre, ma i principi di base e la meccanica della sintesi erano sostanzialmente gli stessi.
Giovanni le dava lezioni di scherma, Alice di tiro con l’arco e Alberto le insegnò le basi del combattimento corpo a corpo. Isabella poteva usare l’Alchimia per forgiare armi o evocare un golem, ma un’arma non ha alcun uso se non si sa impugnarla e un golem ha bisogno che l’evocatore disponga di grande energia e concentrazione per non crollare al primo colpo.
La biblioteca di famiglia era vastissima per varietà ed estensione e Isabella trascorse gran parte delle sue ore libere leggendo. Di quando in quando madame Lucrezia l’invitava nel suo atelier per farla disegnare o dipingere. Con Alberto o Alice usciva a fare una passeggiata in riva al lago, oppure con madame Lucrezia e Alice andavano a Milano a fare compere. Spesso la sera usciva con la famiglia per andare a teatro.
Ebbe occasione di conoscere anche il signorino Vittorio, figlio della sorella di monsieur e cugino dei gemelli e i piccoli Adele, Emanuele e Stefano, figli del fratello di madame e gli zii dei gemelli, Lucilla e suo marito Alfonso e Leonardo e sua moglie Margherita.
Giunse così il giorno della partenza per Parigi. Isabella, con i gemelli, si alzò di buon mattino e, dopo una colazione leggera ma sostanziosa, Giovanni li accompagnò in macchina alla Stazione Centrale, dove presero il treno delle 10 e 20. Viaggiarono in uno scompartimento riservato su una carrozza di prima classe.
Isabella aveva acquisito una certa familiarità con i gemelli e così fece loro la domanda le premeva da giorni, ma che non aveva avuto ancora occasione di fare nel turbinio di lezioni, impegni, passeggiate, occasioni mondane del mese trascorso presso la famiglia.
“Voi… Conoscevate mio padre?”
I gemelli si scambiarono un’occhiata interrogativa.
“Tuo padre era un’autorità nel campo dell’Alchimia” disse Alice, con gentilezza. “Non di persona, ma nel nostro campo di studi non c’è Alchimista o aspirante tale che non conosca il suo nome.”
“Potreste… parlarmi della mia… famiglia?”
“Gli Hohenheim?” ribatté Alberto.
Isabella annuì.
“Gli Hohenheim sono una famiglia di Alchimisti di antica stirpe” spiegò Alice. “La famiglia annovera nel suo albero genealogico molti Alchimisti e la maggior parte di essi sono stati grandi Alchimisti, ma nessuno aveva ancora raggiunto la grandezza di tuo padre e non c’è nessuno, vivente, tra gli Hohenheim, ma anche tra le altre grandi famiglie di Alchimisti, che possa eguagliare a tuo padre; nessuno che l’abbia superato.”
“Nessuno, tranne una certa apprendista” aggiunse Alberto, sorridendo sornione.
Isabella arrossì.
“La tua famiglia è originaria della Svizzera. I tuoi nonni vivono a Ginevra. Edward e Clarisse, il fratello e la sorella di tuo padre, vivono a Zurigo con la famiglia. I tuoi cuginetti, i figli di Edward, si chiamano Annette, Robert, Arthur, Maria e Stephen. Abbiamo avuto occasione di incontrarli a una festa alla quale ha partecipato maman, uno di quei noiosissimi e interminabili ricevimenti. Devo ammettere che senza di loro la festa sarebbe stata di una noia mortale.” Alice sorrise al ricordo. “Maria ha nove anni. Stephen sette e gli altri hanno cinque, quattro e tre anni. Anche Clarisse ha dei figli. Ha qualche anno più di Edward e si è sposata giovane. Beatrice ha sedici anni e Francis ne ha quattordici. Abbiamo frequentato lo stesso collegio, ma poi io e Alberto abbiamo deciso di entrare all’Accademia e ci siamo persi di vista, ma credo che tra Alberto e Beatrice si scrivano spesso.” Scoccò un sorriso malizioso al fratello, che volse lo sguardo al panorama. “Questo per quanto riguarda la famiglia principale. Hai altri parenti sparsi tra Svizzera, Austria, Francia e Germania, ma noi non li conosciamo, non direttamente.”
“…e i miei nonni?”
“Ti ci porteremo sicuramente, quando avremo sbrigato le formalità a Parigi” intervenne Alberto.
“Ma… Non so se…”
“Sono due persone davvero gentili” disse Alice. “Saranno felici di conoscerti.”
“È la tua famiglia, Belle” disse Alberto.
Il pranzo gli venne servito nella carrozza ristorante di prima classe.
Alice si ritirò nella propria cuccetta per riposare nel pomeriggio.
Isabella volle ripassare alcune nozioni e restò nello scompartimento con Alberto.
“Questo procedimento è inutilmente difficile” protestò, mostrando ad Alberto una formula particolarmente elaborata. “Se sostituisci questo valore con quest’altro e sposti questo segno… Vedi? Diventa molto più facile e immediato!”
“È vero. Dove hai imparato questa conversione?”
“Non è una vera e propria conversione. Questa è l’interpretazione della formula che ho trovato sui libri di papà. La formula è diversa ma il principio è lo stesso. Molte delle formule che mi avete insegnato sono scritte in modo diverso nei libri di papà e tutte in modo più semplice.”
“Sì però questi procedimenti non sono ortodossi. Se hai memorizzato la formula e hai capito come risolverla utilizzando i metodi che ti abbiamo insegnato noi, non aggirare il problema applicando le tue formule semplificate. Vuoi farti bocciare all’esame?”
“No… Ma perché l’Alchimia della Terra ha dei procedimenti così elaborati?”
“La tua Alchimia del Cielo deriva da quella della Scuola segreta dei Veneziani. La semplificazione delle formule probabilmente significa che i Veneziani hanno raggiunto un grado di sofisticazione superiore a quello delle altre Scuole e questo gli permette di raggiungere gli stessi risultati con procedimenti più lineari e immediati. Le formule che hai imparato devono aver richiesto moltissimo studio. Quando Venezia era ancora parte della penisola italica, c’erano tre grandi Scuole che si contendevano il primato, ma nessuna poteva rivaleggiare con Venezia. Questo perché i Maestri Alchimisti di quelle Scuole non si sono mai dati la pena di lavorare a una semplificazione dei procedimenti e delle formule. La nostra Alchimia si basa su questi procedimenti e queste formule da secoli. Funzionano, perché cambiarle? Anche papà ragiona così e così ragionano i Maestri che lo hanno istruito alla Scuola di Parigi.”
“Ma… Significa che non posso più usare la mia Alchimia?”
“La nostra non ti piace?”
“È brutta. È goffa. Non è elegante.”
Alberto sorrise.
“Ma no, ma no, devi solo fare finta di aver avuto una formazione alchemica standard. Non vogliamo far sapere all’Esercito che tu vieni da Venezia, no? Non ancora. Anche se non possiamo nascondere il fatto che tu sia figlia di Hohenheim. Ora, perché non finisci i tuoi esercizi e poi vai a riposare? Il viaggio è ancora lungo.”

A Parigi Isabella…

  • Deve iscrivervi all’Accademia e ricevere l’addestramento per un anno. (0%)
  • Deve iscriversi all’Accademia Militare prima di sostenere l’esame. (25%)
  • Sostiene immediatamente l’esame da Alchimista di Stato. (75%)

2 pensieri riguardo “Cronache della Terra – Episodio 5

  1. La prima parte del capitolo è un po' “lenta” a mio avviso, però forse era voluto per creare una pausa narrativa. Nel commento precedente mi hai detto che avevi delle domande sul pezzo. Se vuoi, chiedi pure!

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  2. Il dubbio principale era sul bilanciamento del capitolo. Mi piaceva l'idea di creare una piccola pausa narrativa all'inizio, ma mi chiedevo se non l'ho tenuta troppo lunga?
    Ho un dubbio anche sul dialogo tra Isabella e Alberto sull'Alchimia.
    È troppo… alchemichese? Mi sono lasciata prendere la mano parlando di formule ecc.?

    "Mi piace"

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