Anche quest’anno ho partecipato al NaNo e anche quest’anno ho raggiunto l’obiettivo delle 50.000 (e passa) parole. E adesso?
In tutta onestà, a pensare al lavoro di cesello che dovrei fare sul romanzo del NaNo mi viene male. È la bozza più magmatica che io abbia mai messo insieme, tra pezzi scritti ex-novo, ritagli da versioni precedenti, riscritture, traduzione da e per Italiano e Inglese.
Quindi, boh, forse abbandonerò definitivamente l’impresa di tirarci fuori qualcosa di leggibile, forse no. Forse mi deciderò a prendere uno dei miei progetti e a finirlo (sì, Piume d’Angelo è a te che mi riferisco).
Sì perché io apro dieci progetti alla volta, saltapicchio da uno all’altro e poi non riesco (quasi) mai a finirne nessuno. Però finché non ho finito un progetto (per me) importante non riesco a crearne uno nuovo. In verità sono un paio d’anni che sono in stallo, andando avanti e indietro tra i tre progetti a cui ho lavorato negli ultimi anni: Piume d’Angelo, Spirito di Vendetta e il Project NaNo2013 che poi è diventato 2014 e 2015 e in mezzo ha preso la forma del ProjectA14 che ho pubblicato lo scorso anno su Medium.
Vedete, a me piacciono le trame d’ampio respiro (leggi incasinate) con una miriade di personaggi e gli sviluppi più complicati che la mia mente malata (si fa per dire – o forse no) riesca a concepire. Poi vai a rimetterci mano ai casini che scrivo!
…e quindi? E quindi, e adesso? La domanda mi tormenterà per i prossimi mesi; perché quando apro il documento di OpenOffice mi viene male – e lo richiudo subito.
Anche io apro dieci progetti alla volta, quindi ti capisco benissimo. La mia soluzione? Lavorare a tutti finché uno di loro non sgomita per essere il primo della lista. A volte funziona.
Complimenti per il NaNo! 😉
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Grazie. 🙂
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