Il romanzo
Circa mille anni nel futuro, la civiltà è regredita e gli esseri umani vivono dispersi all’interno di piccole comunità. Le persone in questa epoca dispongono di un potere psichico denominato Cantus, che materializza ciò che immaginano. La tecnologia è pressoché inesistente.
Un giorno Saki e gli amici trovano un piccolo robot-archivio fuori dal villaggio. Che racconta loro la storia passata della società in cui vivono. Dalle sue rivelazioni prende avvio la vicenda.
Scritto da Yusuke Kishi, Shinseai yori (From the New World) prende il nome dalla Nona Sinfonia di Antonin Dvorak (il cui movimento no. 2 – Largo fa parte della colonna sonora dell’anime omonimo).
L’autore
Classe 1959, dopo la laurea presso l’Università di Kyoto Yusuke Kishi ha lavorato per un’importante compagnia di assicurazioni e per diversi anni la scrittura è stata relegata a semplice hobby.
Il suo primo riconoscimento è una menzione d’onore per un breve racconto del 1986. Lasciato il lavoro per concentrarsi sulla scrittura, nel 1996 Jusanbanme no perusona, Isola ha ricevuto una menzione d’onore al Japan Horror Story Awards. L’anno seguente il romanzo Kuroi ha vinto il Japan Horror Story Awards Grand Prize; un milione di copie vendute. Kishi ha ricevuto il Mystery Writers of Japan Award con Garasu no Hamma nel 2005 e il Japan SF Grand Prize per Shinsekai yori nel 2008. Il bestseller Aku no kyoten lo ha portato alla sua prima candidatura al Premio Naoki nel 2011.
L’anime
Un adattamento anime è stato trasmesso in Giappone tra Settembre 2012 e Marzo 2013.
Ne esiste una versione nord americana distribuita da Sentai Filmworks.
Shinsekai yori è un anime molto particolare, profondo e angosciante.
Ci troviamo in Giappone, quarto millennio. La geografia del paese e la società sono profondamente cambiate. La tecnologia è sparita. Al suo posto, a fare da sfondo alle vicende, una natura lussureggiante. I protagonisti sono Saki, Shun, Satoru, Maria e Mamoru, amici d’infanzia.
Ma vera protagonista è Saki Watanabe ed è quella di una Saki ormai adulta, la voce narrante fuori campo che di quando in quando interviene per collegare tra loro gli episodi della propria storia e a fornire un background storico e culturale alla vicenda.
La narrazione si sviluppa intorno ad alcune tappe fondamentali della sua vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta.
La comunità in cui vive Saki è una comunità di esper, persone dotate di poteri extrasensoriali.
Questo potere è chiamato Cantus. Tutti gli abitanti del villaggio, bambini e adulti, lo possiedono.
Il villaggio, la sua comunità, si presentano come utopici, ma la realtà è tutt’altro.
Il primo elemento di mistero compare fin dall’incipit: i bambini scompaiono. Quelli che non compiono il rito di passaggio dalla scuola elementare alla scuola media e superiore, svaniscono nel nulla e il loro ricordo è cancellato dalla memoria collettiva.
Uno dei nuclei fondamentali della vicenda è la pericolosità intrinseca del Cantus. Essendo un potere generato dalla mente, che scaturisce dall’inconscio del soggetto, per poi essere plasmato in vari modi dall’io cosciente, può anche degenerare, dando vita a due tipi di condizioni aberranti: il demone karmico e il fiend. Entrambe le condizioni sono la conseguenza di una perdita controllo del soggetto sul proprio Cantus a livello inconscio. Per evitare che ciò avvenga la comunità ricorre alla soppressione preventiva dei soggetti a rischio.
La narrazione assume via via tinte cupe. La struttura narrativa richiama, oltre al romanzo di formazione, anche la tragedia greca, per acquisire, nell’ultimo arco narrativo, il carattere di una vera e propria discesa all’inferno.
Nemici della comunità sono i Bakenezumi, talpe intelligenti create dagli umani stessi. Organizzati in colonie, sono tenuti in condizione di schiavitù e disprezzo dagli umani, che loro definiscono ‘dei’. La lotta tra le colonie è una pratica incoraggiata e regolamentata dagli umani, in quanto costituisce una sorta di selezione basata sulla legge del più forte e impedisce alle singole colonie di coalizzarsi.
L’astuzia di Squealer, il leader di una di queste colonie (quella di più recente formazione), sta proprio nella capacità di creare una coalizione di colonie per ribellarsi a questa condizione servile.
Shinsekai yori è molto curato nel disegno e nell’animazione. Lo stile è armonico ed elegante.
Interessante la scelta di affidare interamente alle immagini e alla musica i passaggi più drammatici.
Notevole la colonna sonora, che incorpora il secondo movimento della Nona Sinfonia di Dvorak.
L’opening è sostituita da un incipit narrato che ha sia la funzione di recuperare la storia passata, sia di fungere da collegamento tra un arco narrativo e l’altro. Ogni arco narrativo è infatti contraddistinto da un salto temporale, che corrisponde ai vari stadi di crescita dei protagonisti.
I temi trattati sono profondi, delicati, talvolta orrorifici o scabrosi. Il modo in cui sono affrontati è uno dei punti di forza dell’anime.
Conclusione
Un anime curato nei minimi dettagli, che presenta una storia originale e tematiche forti.
Dal momento che non è rintracciabile in Europa, consiglio l’ottimo sub di Unlimited Translation Works.
Bella recensione.
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Grazie. Tra quelle che ho scritto per gli anime, è una delle più curate. Mi piacerebbe leggere il libro da cui è tratta, ma difficilmente uscirà dal Giappone. 😦
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Interessante, ho voglia di vedere qualcosa con questi toni. Me lo segno ^^
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Buona visione. 🙂
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