Solo una riflessione estemporanea sullo stile usato per scrivere antologie e storie di letteratura italiana. Nella mia (lunga) carriera di studente mi è capitato più volte di inciampare su periodi arzigogolati, pieni di paroloni altisonanti come “squisitissimo” “personalissimo”. Non aiutano certo la memorizzazione. Semmai stordiscono.
Per lo studente è un percorso a ostacoli, estrapolare i concetti.
“Egli, restando estraneo a tutte le correnti culturali, è stato capace di elaborare una poetica personalissima, che sfrutta insieme i modelli della tradizione e la cultura dell’inconscio, la dimensione autobiografica e la celebrazione del quotidiano.„
Si parla della poetica di Umberto Saba.
Ma queste righe sono davvero informative?
Che informazioni sareste in grado di ricavare da questo trafiletto sulle tematiche e sullo stile del poeta?
È forse una questione inutile e oziosa, ma mi piacerebbe vedere libri di testo scritti in un linguaggio semplice e chiaro, in uno stile immediato e sintetico, che si focalizzino sui contenuti e non su orpelli inutili da accademici saccenti.