Raphael giaceva pallido su un giaciglio fatto di pelli, con la Donna della Medicina del villaggio al suo capezzale.
La Donna della Medicina, una ragazza istruita nelle scuole dell’Autarchia, le si fece incontro.
“La ferita guarirà. Ma ha perso molto sangue. Gli ho fatto una trasfusione. Non può muoversi. Ce ne occuperemo qui al villaggio.”
Lo sguardo di Bek si rivolse a Eos, che sedeva pallida, gli occhi gonfi di pianto e le guance rigate di lacrime, su una panca in un angolo della yurta, le dita conficcate nella stoffa della casacca macchiata di sangue non suo. Era sconvolta.
Bek si chiese se fosse il suo sangue che la rendeva capace di provare emozioni. Scosse la testa. Inutili speculazioni.
Chi aveva ridotto Raphael in fin di vita? Chi erano i loro nemici?
“Raccontami quello che è successo al tempio. Chi ha ridotto Raphael in questo modo?”
Eos sollevò su di lei uno sguardo smarrito da cucciolo abbandonato.
“Michelle. Ha detto che è la sorella di Raphael ma… lei è m-morta!”
“I morti non possono tornare in vita!”
“Michelle – lei – è… come me… Un essere… Artificiale. Come me.”
Eos si torse le mani in grembo.
“Un essere… S-sintetico.”
Guardò la macchia di sangue sulla sua casacca.
“Perché? Perché mi sento così male? Non siamo fatti per provare emozioni!”
Sintetici! Perché non ci aveva pensato prima? Bek fu assalita da un capogiro e un’ondata di nausea. Il capitolo oscuro della storia di Gaia. Una reliquia del passato. Umani coltivati in laboratorio, programmati per autodistruggersi dopo un certo lasso di tempo. Le nanomacchine sopprimevano la loro capacità di pensare e provare emozioni. Venivano utilizzati come schiavi nelle colonie prima della Catastrofe.
Bek riportò l’attenzione al momento presente. Eos aveva detto che Michelle era un essere sintetico che si spacciava per la sorella morta di Raphael.
“Cosa significa che Michelle è la sorella morta di Raphael? È… Una Sintetica a cui… hanno impiantato le memorie di Michelle?”
Eos scosse la testa. Aveva ricominciato a singhiozzare.
Bek perse la pazienza. Agì d’impulso e le diede uno schiaffo.
“Smettila!”
Eos ebbe una reazione che la lasciò interdetta.
“Tu non c’eri! Dov’eri quando Raphael si è fatto quasi ammazzare per proteggermi?! Qualcuno ha strappato l’anima di Michelle dal flusso e l’ha infilata in un corpo artificiale! È sbagliato! Sbagliato! Sbagliato! I morti non tornano in vita! Questo corpo è mio! Mio! Mio! Capisci?! Io sono una persona! Lei… Lei è… Hanno ucciso una persona e ci hanno infilato dentro l’anima di qualcun altro! Di un morto! Io… Non posso… È orribile! Orribile! Io… È sbagliato! Sono una Sintetica! Non devo provare emozioni! Non sono una persona! Non posso… Innamorarmi…”
Bek voleva uscire dalla yurta e lasciarsi alle spalle Raphael, Eos, la missione, tutto… Si volse. Eos le afferrò un braccio.
“Se spezzi i collegamenti, mi uccidi.”
Alberto aprì gli occhi e vide su di lui il volto di Isabella. Aveva il capo poggiato sulle sue ginocchia. Arrossì e si affrettò a mettersi seduto. Un capogiro lo costrinse ad appoggiare la schiena alla parete.
“Cos’è successo?”
“Lucien ti ha colpito a tradimento. Ma voleva solo stordirti. Ti rimarrà un bel bernoccolo.”
Alberto si guardò intorno.
“Belle… Ma cosa…?”
I crolli sembravano essersi assestati e Isabella lasciò che la barriera si dissolvesse. Alberto si accorse che era affaticata.
L’aiutò a rialzarsi e s’incamminarono verso quella che era stata l’uscita della grotta. Con una pietra scheggiata disegnò un cerchio alchemico sui cumuli di roccia che ostruivano l’uscita e li ridusse in polvere. Uscirono nell’aria fresca della notte e scesero al villaggio.
“Siete salvi!” esclamò l’Anziano, correndo loro incontro.
“Che ne è stato di mia sorella e dei suoi… amici?” chiese Alberto.
“Se ne sono andati.”
Ormai siamo quasi all’epilogo. Chi volete seguire nel prossimo capitolo?
- Vorremmo saperne di più su Claire e il Professore. (25%)
- Bek. (25%)
- Isabella e Alberto. (50%)