Il mio secondo Bullet Journal

Tempo fa {sì lo so, molto tempo fa, ormai, per gli standard del web} vi parlai del mio primo Bullet Journal, che ho ormai finito di compilare e archiviato. Mi ha accompagnata nelle mie peripezie giornaliere da maggio a ottobre 2016.

Come contenitore avevo scelto un Leuchtturm1917 a righe, formato A5, con la copertina viola, come potete vedere in foto. Perché un Leuchtturm1917 e non una Moleskine? Per il semplice fatto che è la scelta più popolare e più utilizzata dalla BuJo community e il BuJo ufficiale di Ryder Carrol è stato realizzato, appunto, in collaborazione con Leuchtturm1917.

Il mio primo bullet journal

Le pagine a righe invece non sono una scelta popolare. Si preferiscono i quadretti o la griglia puntinata (dot grid); almeno per quanto si può vedere eseguendo una ricerca su Instagram utilizzando l’hashtag #bulletjournal: la maggioranza dei layout sono pensati per taccuini dot grid o a quadretti; qualche volta anche taccuini con le pagine bianche. Le righe compaiono, poco {anche se ogni tanto si vedono; non è che non vengano proprio usate}.

Perché mi soffermo a blaterare di rigatura del taccuino? Perché, all’inizio, pensavo di aver sbagliato a utilizzare un taccuino a righe che, effettivamente, non è adatto ai layout compositi {e appariscenti} suddivisi in moduli, pieni di schemi e disegni, prediletti dai bujoist. E, in effetti, il mio tentativo di layout giornaliero, qui sotto in foto, è piuttosto bruttino {pagina a destra}.

daily1

Per il secondo BuJo, infatti, sono passata anche io a un taccuino dot grid.

Dalla foto probabilmente si nota poco, ma è un taccuino originale Bullet Journal di quelli acquistabili sullo shop del sito ufficiale. Al momento dell’acquisto, purtroppo, c’era solo con la copertina nera; adesso lo fanno anche turchese. Pazienza. Per rimediare ci ho messo un adesivo a forma di cupcake, il mio dolcetto preferito.

In effetti, sì, il dot grid si presta di più ai layout a moduli, con schemi e disegni, come questo di Bluelahe sull’Instagram ufficiale di Carroll.

Io, però, non sono una disegnatrice. Apprezzo chi è capace di creare cose incredibili con la penna e con la matita, ma io sono una scribacchina; l’aspetto più importante, per me, è scrivere. Quindi prima lezione imparata passando a un taccuino dot grid: il dot grid non fa per me. Le righe vanno benissimo. Poiché non mi piace lasciare i quaderni vuoti, ho deciso di utilizzare questo BuJo fino alla fine; ma poi tornerò alle mie amate righe e a un layout minimalista e funzionale.

weekly-spread

Sperimentando, ho scoperto che questo è il concept che preferisco. Magari con qualche adesivo come decorazione. Inoltre il BuJo, per me, è uno strumento per la mia organizzazione, quindi più distrazioni ci sono, peggio è.

Questo è il layout che sto usando sul mio BuJo attuale:

{Probabilmente lo avete notato, nel frattempo ho anche imparato a mettere a fuoco le foto 😛}

Da novembre 2016 a Febbraio 2017 (mese in corso) non ho modificato molto il layout, oltre a cambiare il colore dell’evidenziatore e variare il disegno dei washi tape e gli adesivi.

Non ho aggiunto moduli, tracker, schemi ecc. Perché non ne ho bisogno. E mi piace avere spazio per scrivere il diario. Perciò non vedo l’ora di finire questo taccuino e passare al prossimo. Una Moleskine in edizione limitata Harry Potter, con la Mappa del Malandrino in copertina e le pagine a righe. ❤️

Per quanto riguarda il layout, penso che terrò l’evidenziatore e il washi tape {gli adesivi mi stanno costando un occhio; quindi sarò più parca nell’utilizzo}. Manterrò sicuramente uno spread mensile, uno settimanale e uno giornaliero. Non ci metterò collezioni; mi sono accorta che non mi servono e tengono spazio. Inoltre per il mio zibaldone di pensieri preferisco il raccoglitore ad anelli, perché posso organizzare le sezioni come voglio e i fogli sono rimuovibili, così posso anche costruirmi un archivio. Nel post vi parlo dello zibaldone digitale che tengo con la app DayOne, ma ne ho anche uno analogico 😉.

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